BARCHESSONE VECCHIO
BARCHESSONE BARBIERE
BARCHESSONE PORTOVECCHIO
 
CARTINA DEL LUOGO
  Denominato anche la Basilica delle Valli da somiglianze, stilistiche e strutturali, con le Basiliche paleocristiane.
Questo edificio denominato anche la Basilica delle Valli, termine che sottolinea il rispetto per quello che ha rappresentato e rappresenta tuttora per la gente di questi luoghi, si distacca completamente dai rustici appartenenti alla cultura costruttiva locale per l'inconsueta ed originale pianta poligonale.
 
 







Questo fabbricato si colloca, architettonicamente parlando, nel periodo neoclassico, cosiddetto poiché furono utilizzate forme architettoniche classiche per dare risposte ad esigenze funzionali completamente diverse.
Il Barchessone Vecchio è una costruzione a pianta poligonale avente un diametro di circa 28 m. Due ordini di pilastri disposti a corona intorno a quello centrale sostengono una copertura in legno a raggiera. Il pilastro centrale e la fila di colonne più interne sorreggono il piano superiore entro cui fu ricavata l'abitazione. All'interno della colonna centrale si avvolge una stretta scala a chiocciola. Le travi di sostegno del tetto furono costruite, utilizzando legno di pioppo, estremamente diffuso nelle campagne di allora, però con il passare del tempo si deteriorarono velocemente e furono sostituite in gran parte. La pavimentazione, ricostruita come l'originale durante la ristrutturazione dell'edificio, è costituita da mattoni disposti a spina di pesce e lo stesso tipo di copertura si ritrova anche all'esterno della struttura, dove avvenivano le attività equestri. Il piano terra del Barchessone Vecchio ossia la stalla, fu arricchita, per l'alimentazione dei cavalli, da enormi finestroni in legno con apertura a ribalta, tuttora mantenuta. L'elemento terminale del Barchessone è rappresentato da una lanterna in muratura di mattoni poggiante sul tetto superiore.

Destinato all'allevamento dei cavalli, rispondente alla necessità di razionalizzare gli spazi, di sorvegliare
gli animali
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Nel 1824, quindi, attraverso questo tipo di struttura architettonica si riuscì a dare risposta a due funzioni rilevanti: la prima consiste nell'individuazione nel Barchessone Vecchio di un fabbricato destinato all'allevamento degli animali, lasciati allo stato semibrado e ricoverati in inverno, rispondente alla necessità di razionalizzare gli spazi, di sorvegliare gli animali e infine di riscaldare gli ambienti superiori adibiti all'abitazione; mentre la seconda, rappresenta una chiara funzione simbolica-formale, dettata dal gusto estetico del tempo, che, necessariamente doveva caratterizzare un luogo dove veniva svolta un'attività, come l'allevamento equino, per quel periodo molto redditizia.
Luogo ideale per esposizioni e mostre di pittura, attrezzata sala conferenze con 120 posti a sedere
Nel Novembre 1997 hanno avuto inizio i lavori di ristrutturazione che, dopo circa un anno e mezzo, hanno riportato il Barchessone Vecchio all'attuale splendore. Il restauro, fortemente voluto dalle istituzioni, è stato reso possibile dal contributo economico del Comune di Mirandola, della Provincia di Modena, della Regione Emilia Romagna e della Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola. Dopo la ristrutturazione al piano inferiore del Barchessone Vecchio sono state allestite una sala conferenze con 120 posti a sedere e una sala mostre utilizzabili entrambe come luoghi di incontro-riunioni per attività, come luoghi dove accogliere mostre di diverso genere.